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Par tèra e par màr, no big ship. Tutti a Venezia
Una grande mobilitazione, nazionale ed internazionale contro le grandi navi, l’ultima versione delle grandi opere, una minaccia alla salute dei cittadini, alla sicurezza del patrimonio storico monumentale e all'ecosistema lagunare
A Venezia, circa trent’anni fa, nasceva la madre di molte anomalie: la concessione unica da parte dello Stato al Consorzio Venezia Nuova dei lavori di salvaguardia. Il Consorzio ha potuto così dragare a favore di un ristretto gruppo di imprese private miliardi di euro di fondi pubblici, solo in parte confluiti in quella mostruosità ingegneristico ambientale detta MOSE. Guarda caso la Mantovani Spa dell’Ing. Baita (recentemente arrestato per falsa fatturazione e costituzione di fondi neri) è la principale azionista del Consorzio insieme alle altre aziende che sono state efficacemente descritte come il cuore del “sistema Galan”. L’ex governatore è stato infatti il braccio politico di un sistema economico che ha prodotto politiche di “sviluppo” completamente al di fuori di ogni controllo democratico. Una storia di affari e cemento che si sono riversati sulla nostra regione, a suon di concessioni uniche, project financing e commissariamenti, senza che i cittadini e le comunità locali potessero mai influire sulle più importanti decisioni.
La Mantovani Spa ha dunque grandi interessi in città: oltre al Mose, tra le altre cose, c’è lo scavo dei canali portuali e la vergognosa operazione speculativa sul Lido di Venezia (il “buco” del Palacinema, L’ex Ospedale al Mare e la mega darsena di San Nicolò. Infine, a Venezia, il “sistema Galan” trova nell’Autorità Portuale e nella VTP (Venezia Terminal Passeggeri) due snodi importanti. La prima, per volere di Berlusconi e dell’ex governatore del Veneto, è presieduta da Paolo Costa, la seconda da Sandro Trevisanato entrambi impegnati nel difendere l’indifendibile per garantire il passaggio delle grandi navi in laguna, gli interessi delle lobby affaristiche e quelli delle multinazionali degli armatori. Il tutto contro il diritto dei cittadini alla salute, alla sicurezza e soprattutto contro il loro diritto di decidere del proprio territorio.
Le grandi navi sono l’ultima versione veneziana delle grandi opere. Una versione elefantiaca, un mastodontico insulto alla città, una seria minaccia alla salute dei cittadini, alla sicurezza del patrimonio storico monumentale di Venezia e alla sopravvivenza dell’ecosistema lagunare. Questo sfregio è sotto gli occhi del mondo intero. Adesso è il momento di dire basta! Per questo il Comitato No Grandi Navi - Laguna Bene Comune ha deciso di lanciare una grande mobilitazione, nazionale ed internazionale, per le giornate dell’otto e nove giugno. Due giorni di lotta e di incontro di chi, in città, in Veneto e in Europa si batte contro le grandi opere. Già perché le meganavi sono, in fondo, l’espressione più visibile di un sistema affaristico-politico che ha corrotto la vita di questa regione per troppi anni, con gravissimi danni economici, sociali e ambientali.
Il momento è arrivato per una grande mobilitazione dei cittadini, contro le grandi opere e per un modello di sviluppo diverso e partecipato, per una nuova stagione di democrazia a difesa dei beni comuni. Il momento è arrivato per disfarci dei “poteri forti” che inquinano la vita di questa città. La chiamata parte da Venezia verso tutti i suoi cittadini; verso quei movimenti (dal No Dal Molin al No Tav al No Muos) che in regione, in Italia e in tutta Europa si battono contro cemento, inquinamento, corruzione e grandi opere; verso l’amministrazione comunale che deve mettersi al servizio di questa domanda di cambiamento
Tutti a Venezia dal 7 al 9 giugno.
Comitato No Grandi Navi - Laguna Bene Comune
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