Data: 24/05/2014

Marche, sofferenza dei fiumi e fragilità delle coste

Acqua Italia. L'inchiesta. Dopo la Sardegna, "attraversiamo" i territori marchigiani. Con Alessandro Rossetti, biologo dell'Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, abbiamo fatto il punto sulla situazione idrogeologica della regione

Marche, sofferenza dei fiumi e fragilità delle coste

La seconda Regione che "attraversiamo" con la nostra inchiesta sono le Marche: 30 bacini regionali, cui vanno aggiunti due bacini interregionali e il bacino nazionale del Tevere. Il problema principale dei corsi d'acqua regionali è rappresentato dall'inquinamento piuttosto diffuso, dalla fragilità delle coste e dalle esondazioni.

Partiamo proprio da quest'ultimo aspetto, recenti sono infatti gli ultimi episodi di piogge intense che hanno provocato danni al territorio: risalgono infatti ai primi giorni di dicembre 2013 le esondazioni di tratti dei fiumi Chienti (a Montecosaro, Morrovalle, Civitanova), Potenza (Sambucheto, Montegranaro e San Severino), Tronto (Marino e San Benedetto del Tronto), Tenna, Ete e Aso. Come conseguenza si sono registrate esondazioni dei torrenti e dei fossi (torrenti Fiastrone e Ragnola solo per citarne un paio), evacuazioni, frane, crolli (in particolare da registrare il crollo di un ponte a Rubbianello, tra i comuni di Monterubbiano e Montefiore dell'Aso), chiusura di strade e superstrade (come la Sp132 bloccata tra i comuni di Camerino e Muccia per frana) e altri problemi di varia natura (come la tubatura di gas divelta a Villa Sant'Antonio di Visso).

Il quantitativo di pioggia caduta è sicuramente stato al di sopra della media ma non si può certo dire che non si potessero prevenire meglio questi episodi, dato che molte aree interessate sono a rischio idrogeologico; ad esempio non è una novità l'esondazione del Potenza nei comuni di Sambucheto, Montecassiano, Recanati e Chiarino visto che si ripetono da anni e i cittadini hanno più volte richiesto interventi. Un discorso a parte merita l'inquinamento dei fiumi marchigiani, già ampiamente denunciato da vari enti, come Legambiente che più volte nei rapporti annuali "Mare Monstrum" ha sottolineato come i problemi della regione riguardino gli impianti di depurazione, il trattamento delle acque reflue ma anche gli illeciti commessi in mare: nel rapporto 2013, l'ultimo ad essere stato pubblicato, le Marche occupano il sesto posto nella classifica sulle infrazioni per Km di costa e sempre il sesto posto in quella sul mare inquinato, con 166 infrazioni accertate, 205 persone denunciate o arrestate e 139 sequestri effettuati.

Per quanto riguarda il demanio privato, particolare attenzione è posta al comune di Civitanova Marche dove come si legge nel dossier "si sta concentrando una serie di interventi edilizi, residenziali e commerciali, già realizzati o in fase di progetto, che riguardano in particolare il tratto costiero in cui esistono già almeno 29 stabilimenti balneari" e ancora "uno dei più critici [interventi], anche per le condizioni idrogeologiche del sito interessato e per la completa saldatura della fascia costiera, è quello dell’espansione residenziale del quartiere Risorgimento che conterà oltre 5.000 metri quadrati di edilizia in un’area nei pressi della foce del fiume Chienti."

Infine sempre nel rapporto si segnalano fenomeni di inquinamento marino, soprattutto a Falconara Marittima (idrocarburi policiclici aromatici) e nella bassa valle del Chienti (solventi organoalogenati). Sempre rimanendo in tema di inquinamento, risale al
19 febbraio scorso la denuncia del Movimento Cinque Stelle di Grottammare della comparsa di una macchia oleosa sul fiume Tesino "Vogliamo sapere cosa sia successo, chi ne è il responsabile e speranzosi ci aspettiamo che l’Amministrazione intervenga a tutela dell’ambiente. Il Tesino va rivalutato, è un bene comune, impediamo che diventi una discarica a cielo aperto." Si legge in una nota del M5S. Nell'ottobre scorso è lo stesso Movimento Cinque Stelle questa volta accompagnato da alcuni cittadini in particolare quelli del Comitato No Biogas di Matelica (MC) a denunciare sversamenti provenienti da una centrale di biogas operativa sul territorio: questa volta il fiume coinvolto è l'Esino, che rappresenta uno dei fiumi più importanti della regione con circa 80 Km di lunghezza. Oltre ad essere preoccupante la sua condizione dal punto di vista dell'inquinamento ormai da tempo, da segnalare la notizia risalente alla scorsa estate, quando tra i comuni di Matelica e Cerreto d'Esi il corpo forestale ha rinvenuto nel fiume una discarica abusiva di cinghiali morti di tubercolosi, ad opera plausibilmente di bracconieri.

Chiudiamo con un doveroso accenno al servizio idrico integrato regionale, per segnalare come CittadinanzaAttiva nel "Dossier Acqua 2014" pubblicato il 21 marzo scorso, abbia indicato le Marche al secondo posto nella classifica del costo dell'acqua pubblica. I dati più significativi sono i 429 euro in media a famiglia (media nazionale annua di 333 euro) in cui spicca il costo dell'acqua nella provincia di Pesaro e Urbino (502 euro), ovvero 58,9% in più rispetto al 2007. Meglio invece le Marche rispetto alla media nazionale per ciò che riguarda la dispersione idrica.

Del legame tra l'acqua e le Marche ne abbiamo parlato con Alessandro Rossetti, biologo dell'Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Con lui abbiamo fatto il punto sulla situazione idrogeologica della regione e siamo entrati nel dettaglio della realtà del Parco dei Monti Sibillini, che si estende per 70.000 ettari tra le Marche e l'Umbria. Ecco l'intervista.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando al rapporto tra le Marche e l'acqua?
La fragilità degli ecosistemi acquatici: corsi d'acqua e coste marine.

Dal punto di vista idrogeologico cosa si può dire delle Marche?
Nelle Marche sono presenti discrete riserve d'acqua dolce di buona qualità, conservata soprattutto nelle falde dell'Appennino calcareo; la conservazione delle riserve idriche, degli equilibri idrogeologici e degli ecosistemi acquatici risulta però fragile e talvolta minacciata da sfruttamento eccessivo, cementificazione, erosione e inquinamento delle falde; il rischio idrogeologico, sotto forma soprattutto di frane, alluvioni, erosione costiera e slavine in alta montagna interessa buona parte delle regione.

Ci sono degli interventi particolarmente urgenti da fare?
Innanzitutto è necessario evitare di realizzare interventi edilizi e infrastrutture nelle aree alluvionali e a rischio idrogeologico; servono poi interventi di messa in sicurezza delle aree maggiormente a rischio e di manutenzione dei corsi d'acqua, ma questi interventi dovrebbero sempre rispettare e ripristinare gli equilibri ecologici e la biodiversità degli ecosistemi acquatici; infine, occorrono interventi per il risparmio idrico, comprendenti la realizzazione di linee acquedottistiche duali, atte cioè a separare le acque potabili da quelle destinate ad altri susi, che possono avere qualità inferiore. Fondamentale è il rispetto e l'applicazione del Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche, purché venga interpretato ai fini effettivi di tutela, limitando le deroghe a pochi casi eccezionali.

Puoi introdurci brevemente le caratteristiche del Parco nazionale dei Monti Sibillini?
Si tratta di un'area prevalentemente montana, caratterizzata da una grande diversità di ambienti e paesaggi; nel Parco è presente un patrimonio ambientale di straordinario valore, comprendente ambienti unici (come il Lago di Pilato, le gole dell'Infernaccio e i Piani di Castelluccio) e una biodiversità composta anche da numerose specie floristiche e faunistiche endemiche e d'interesse comunitario, tra cui la stella alpina dell'Appennino, l'adonide distorta, il lupo, l'aquila reale, la vipera dell'Orsini, il chirocefalo del Marchesoni e il camoscio appenninico recentemente reintrodotto. Di straordinario valore anche le testimonianze storiche e culturali, come il mito della Sibilla, i centri storici di Visso, Norcia e Montefortino, il castello di Arquata del Tronto, il santuario diMacereto, le chiese di S. Giusto, S. Liberato e S. Eutizio.

Cosa rappresenta l'acqua per un parco come quello dei Monti Sibillini?
Gli ambienti acquatici dei Sibillini conservano specie floristiche e faunistiche di grande importanza conservazionistica e garantiscono il mantenimento di fondamentali servizi ecosistemici, come i processi idrogeologici e l'immagazzinamento di cospicue riserve di acqua potabile. L'acqua rappresenta anche uno dei principali fattori che ha modellato il paesaggio e influenzato le vicende storiche. I fenomeni carsici, comprese le forre, come le Gole dell'Infernaccio e del Fiastrone, che costituiscono alcuni dei paesaggi più suggestivi dei Sibillini, così come le valli glaciali e il Lago di Pilato, sono esempi importanti di paesaggi modellati dall'acqua. La biodiversità faunistica legata agli ecosistemi d'acqua dolce dei Sibillini comprendono specie particolarmente interessanti, quali: merlo acquaiolo, geotritone italiano, salamandra pezzata, salamandra di Savi, tritone crestato italiano, ululone appenninico, raganella italiana, rana dalmatina, rana appenninica, trota mediterranea, scazzone, gambero di fiume italico, chirocefalo del Marchesoni. L'acqua viene utilizzata per scopi idropotabili e attività economiche e, in particolare, per l'imbottigliamento di acqua minerale, la produzione di energia idroelettrica (come nel bacino artificiale di Fiastra) e l'allevamento di trote. Conservare in buono stato le risorse idriche e gli ecosistemi acquatici, garantendo a tal fine la sostenibilità degli usi delle risorse idriche, rappresenta una delle principali missioni del Parco.

Quali sono le risorse idriche presenti all'interno del Parco?
I monti Sibillini sono situati lungo lo spartiacque appenninico che divide il versante adriatico da quello tirrenico. La natura prevalentemente calcarea del massiccio montuoso determina una elevata permeabilità e la conseguente emersione delle acque sorgive prevalentemente nei fondovalle. Il versante tirrenico è interamente all'interno del bacino del Tevere, sottobacino del Nera, che nasce all'interno del Parco e costituisce il principale affluente del Tevere. Dal versante adriatico del Parco nascono i fiumi Tenna e Aso e i torrenti Fiastrone (affluente del Chienti), Ambro (affluente del Tenna) e Fluvione (affluente del Tronto). Oltre alle sorgenti e ai corsi d'acqua, altri ambienti umidi formano biotopi unici, come il Lago di Pilato (di origine glaciale), il fosso dei Mergani, lo Stagno Rosso e le Marcite di Norcia (interessante testimonianza medievale di gestione idrica); il lago del Fiastrone, creato artificialmente per la produzione di energia idroelettrica, ha acquisito nel tempo una valenza paesaggistica e turistica. La presenza sui pascoli montani di fonti alimentate da piccole sorgenti garantisce la disponibilità idrica necessaria al bestiame pascolante e, al contempo, costituisce piccoli ambienti idonei alla riproduzione di anfibi.

Eleonora Battaglia - Roma

Link:

- Acqua Italia. L'inchiesta.  Sardegna, sofferenza d'acqua e furia del cemento - Prima puntata / seconda parte

Acqua Italia. L'inchiesta.  Acqua Italia, alluvioni, inquinamento e potabilità - Prima puntata / prima parte

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