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Parco dell'Aniene, pubblico o privato?
Nel cuore di Roma c'è uno straordinario "polmone verde" con un vecchio cancello (semi)chiuso che lo vorrebbe una riserva naturale per pochi e un recente argine "anomalo" più alto del ponte romano che attraversa il fiume
“Abbiamo aperto l’accesso al parco dell’Aniene, perché siamo stufi di quel cancello, sempre chiuso, che ci impedisce di gustarci uno dei pochi spazi verdi che la redditizia cementificazione non ha ancora fagocitato. Lo apriamo perché, ogni tanto, farci una passeggiata nel parco ci fa dimenticare la distruzione che ci circonda e ci fa apprezzare quello che la natura, senza permesso alcuno, riesce ogni istante a fare”.
E’ l’incipit del manifesto-cartello che resta attaccato, da diversi mesi, su quella che potrebbe essere un’importante porta d’ingresso alla riserva naturale della Valle dell’Aniene proprio nel cuore di Roma, all’altezza del Ponte Nomentano; ed, invece, è un’entrata furtiva per un parco che sopravvive all’interno di una delle zone a maggior traffico della Capitale, ma con l’incuria ed il degrado che lo ingoiano giorno dopo giorno.
La storia racconta che proprio su Ponte Nomentano, oggi uno dei pochi ponti pedonali della città, Carlo Magno incontrò Papa Leone III, quando nell’800 calò per essere incoronato imperatore. Oggi chi si affaccia può scorgere insediamenti abusivi e abbandono.
“All’inizio il problema era rappresentato dall’esistenza di una vecchissima servitù militare, ma il vero nodo mai risolto è che quell'area su cui ci si immette, cioè le due anse del fiume Aniene prospicenti il quartiere Città giardino, è di proprietà privata. L’area è di Domenico Bonifaci, il proprietario del quotidiano Il Tempo”, ci spiega Giuseppe Taviani, presidente della onlus Insieme per l’Aniene, associazione impegnata da anni nella tutela del fiume Aniene e che collabora con l’Ente Regionale RomaNatura.
“Sono anni che chiediamo l’apertura di quel cancello. Dal ‘97 abbiamo spinto, nel disinteresse delle amministrazioni, affinché le aree ricadenti all'interno della riserva naturale fossero acquisite al patrimonio comunale, come è accaduto per la Cervelletta. Tra l'altro queste aree bloccano la continuità dei percorsi sentieristici, naturalistici ed anche delle ciclabili: noi portiamo continuamente gente, anche passando per lì, ma, in teoria, dovremmo chiedere il permesso alla proprietà”, continua Taviani.
Ora il cancello è aperto e accessibile a chiunque…
“Sì, l'apertura attuale è di fatto a seguito di alcuni lavori, eseguiti la scorsa estate, per la realizzazione di un argine, secondo noi, completamente insensato, progettato alla fine degli anni ‘90. Con una perizia di oltre tre cartelle, la nostra Associazione l’ha contestato in tutte le sedi, senza risultato se non una interrogazione al Municipio ed una vaga risposta dell'Ardis, l’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo della Regione Lazio. Quell’argine non serve e la sua altezza è superiore a quella del ponte romano: in caso di una esondazione estrema andrebbe ad aumentare la pressione dell'acqua, facilitando la distruzione del ponte stesso!”
Perché allora fare l'opera oggi?
“Il sospetto forte è che i 12-13 capannoni dell’ex poligrafico, che si trovano alle spalle dell’area verde, facciano gola per un progetto edilizio e che l'argine intenda proteggere aree parcheggi che potrebbero un domani trovarsi inondati”.
Sulla questione e sulle prospettive future del parco abbiamo interpellato a telefono il Presidente del III Municipio, Paolo Marchionne: stiamo aspettando.
Carmela Cioffi - Roma (testo e foto)
Link:
Foto:
- Il cancello aperto dall'associazione Insieme per l'Aniene
- L'argine "anomalo" costruito più alto del ponte romano
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