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Salviamo il mare, navighiamo pulito
Bastano quattro chili di lubrificante versati in acqua per inquinare una superficie grande come sei piscine olimpiche. Intervista ad Antonio Mastrostefano del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (Coou)
“Navighiamo pulito per difendere il mare” è lo slogan scelto dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (Coou) per il suo esordio al Big Blu, il Salone della Nautica e del Mare 2013 (Fiera di Roma 20-24 febbraio). «Siamo presenti a questa rassegna perché il mondo della nautica deve diventare sempre di più uno dei nostri interlocutori privilegiati - Spiega Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, comunicazione e sistemi del Coou - proprio nel fai da te nel settore della nautica si nasconde una parte di quel 5% di olio esausto (circa 10mila tonnellate) che ancora non riusciamo a recuperare su scala nazionale».
Salviamo l’ambiente, navighiamo pulito. Se quattro chili di olio usato, pari al cambio di un'auto, versati in acqua possono inquinare una superficie grande come un campo di calcio. Quali sono i livelli di recupero degli oli usati in mare?
Il Consorzio raccoglie i lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale presso impianti industriali, officine, stazioni di servizio ed altri. Per quanto riguarda il settore nautico, il Consorzio offre il suo servizio alle aziende che operano all’interno dei porti e dei cantieri navali e le flotte che producono olio usato. Il livello di efficienza relativo all’attività del Consorzio supera il 95%, valore inteso come rapporto tra il rifiuto raccolto e quello potenzialmente raccoglibile. E’ ragionevole ritenere che tale percentuale sia indicativa anche per il settore nautico.
Quanto è possibile fare nella nautica?
La raccolta degli oli lubrificanti usati provenienti dalla nautica è già governata in modo soddisfacente per quanto riguarda le aziende operanti nel settore, come detto sopra. La piccola nautica invece, quella che riguarda i privati per intenderci, soffre la mancanza di un’adeguata diffusione delle cosiddette isole nel porto, centri di raccolta operanti nei porti turistici che raccolgono l’olio usato prodotto per il cambio carica delle imbarcazioni appartenenti ai diportisti. Da questo punto di vista le istituzioni deputate alla gestione dei porti, dovrebbero impegnarsi ad offrire soluzioni adeguate a risolvere il problema agli appassionati del mare che animano la piccola nautica.
Quanto è possibile, oggi, navigare pulito tenendo conto anche di laghi e fiumi?
A titolo di esempio, un motore da 500 hp per un’imbarcazione di medie dimensioni, può avere una carica di lubrificante di 300 litri che, se smaltiti in mare, inquinerebbero una superficie di quasi 500 mila mq. Per quanto detto è facile immaginare quanto laghi e fiumi rappresentino ambienti particolarmente sensibili riguardo all’inquinamento. I laghi, essendo bacini chiusi con lento ricambio di acqua, vanno tutelati perché inquinanti come l’olio lubrificante usato, scarsamente biodegradabile, rischiano di danneggiare irreparabilmente l’habitat di flora e fauna; Legambiente ha più volte denunciato lo stato precario dei laghi italiani nel corso delle varie edizioni della campagna Goletta dei Laghi a cui il Coou ha partecipato. Anche i fiumi purtroppo sono spesso utilizzati come mezzi di facile, quanto criminale, smaltimento di rifiuti pericolosi che comunque verrebbero trasportati nei laghi o in mare, peggiorando in modo significativo il loro livello di inquinamento. In questi casi la comunicazione potrebbe dare un notevole contributo per ridurre le conseguenze del problema, evidenziando i rischi dell’inquinamento e suggerendo alle persone modelli di comportamento in sintonia con l’ambiente.
Qual è lo stato della rete di recupero e rigenerazione degli oli usati? E' pronta per supportare anche la nautica?
Il Coou opera su tutto il territorio nazionale attraverso 72 aziende specializzate che raccolgono gratuitamente l’olio usato. Nel 2012 sono state raccolte quasi 180 mila tonnellate di olio usato, il 95% del potenziale raccoglibile. Il settore nautico ha contribuito in modo proporzionale al conseguimento di tale risultato.
Rispetto all'Europa ci sono altri modelli di recupero dell'olio usato?
L’Italia rappresenta un esempio di eccellenza nel campo della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato tramite rigenerazione. Infatti, in linea con la direttiva europea sui rifiuti, il 90% di quanto raccolto viene indirizzato ai processi di rigenerazione; la parte restante, non rigenerabile, va a sostituire i combustibili fossili in cementifici autorizzati. Altre paesi europei, di consolidata tradizione ambientalista, non dedicano alla rigenerazione più del 40% del rifiuto raccolto.
Sabrina Deligia - Roma
Link: COOU numero verde 800 863 048 - email informazione@coou.it
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