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Acqua, sai cosa bevi? Chiedilo al Garante
Maree e la sua redazione hanno deciso di entrare nel dibattito della ri-pubblicizzazione della gestione delle risorse idriche con un semplice quesito che troverete alla fine dell'editoriale
Il 22 Marzo scorso si è celebrato il World Water Day 2013. Era da parecchio tempo che aspettavamo questo giorno, abbiamo "celebrato" l’acqua e ci siamo così idealmente uniti alle diverse "celebrazioni" che si sono tenute in ogni nazione per ricordare a tutti che dall’acqua dipende la nostra sopravvivenza.
In un mondo sempre più in crescita e divorato dalla necessità economica di incrementare la produttività e soprattutto in tempi di recessione quali i nostri, si dedica poca, molto poca attenzione ai consumi. Là dove politiche dei governi, convegni, gruppi di studio si dedicano alle dichiarazioni di intenti, sono i singoli direttamente colpiti nelle aree geografiche di appartenenza caratterizzate dalla scarsità di acqua ad essere coloro che pagano il prezzo più alto. Nelle nostre società ricche e sviluppate l’acqua è una certezza. Ma non è così per il resto del pianeta.
Nel mondo più di una persona su sei, circa 894 milioni di esseri umani, non ha accesso a fonti di acqua potabile. Entro il 2025 quasi due miliardi di abitanti del pianeta vivranno in regioni ad alto rischio di crisi idrica. E mentre un cittadino europeo consuma in media tra i 200 e i 250 litri di acqua al giorno, uno dell'Africa Sub-Sahariana arriva a stento a 20 litri. L’acqua, risorsa preziosa senza la quale la vita non sarebbe possibile sulla Terra, è sempre più scarsa, soprattutto sempre meno accessibile quella potabile.
E' per questo che le Nazioni Unite nel 1992 hanno istituito la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), che quest'anno si è celebrata il 22 marzo: 24 ore durante le quali gli Stati membri promuovono attività concrete a difesa dell’acqua, e che le istituzioni nazionali e internazionali e le organizzazioni non governative di tutti i Paesi dedicano alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica su uno dei temi più critici della nostra era.
L’obiettivo della giornata è coinvolgere il maggior numero di persone, renderle consapevoli del consumo di acqua che si fa attraverso le scelte e i comportamenti individuali e favorire atteggiamenti e politiche virtuose. Quest’anno il World Water Day ha avuto un’importanza ancora maggiore, perché il 2013 è l’Anno internazionale della cooperazione nel settore idrico: la sfida è favorire una maggiore cooperazione nella gestione delle acque, alla luce della crescita della domanda di questa risorsa. La cooperazione idrica è anche un forte deterrente dei contenziosi che purtroppo ci portano a conflitti, convention quali quelle riguardanti la Giordania e il Sud-Est Asiatico della zona del Mekong oltre allo scambio continuo di informazione delle varie delegazioni riduce i contrasti. Siamo fiduciosi che lo stesso risultato potremmo ottenerlo anche qui da noi.
Restiamo convinti che essendo l’acqua un bene comune inprescindibile dalle nostre vite, vada adeguatamente tutelato e per questo vogliamo la vostra opinione sulla creazione di un Garante per l’acqua che presieda al monitoraggio delle politiche, delle infrastrutture, della stessa qualità della potabilità e che abbia modalità sanzionatorie quando si presenti l’occasione per intervenire sul territorio. Anche nello spirito di delle linee referendarie ci dovremmo dotare di un organo amministrativo a se stante che abbia tutti gli strumenti per un adeguata tutela di questo bene per conto dei cittadini. Un efficace Water Management Board.
Ma se di Water Management, ovvero gestione idrica nazionale, si deve parlare non si può prescindere dall'aprire alla cooperazione dei diversi livelli territoriali: locale, provinciale, nazionale ed internazionale per garantire un migliore ed efficente sviluppo della sostenibilità e del rinnovo dei cicli idrogeologici delle risorse, del controllo del suo uso nella produzione delle merci e nell'interazione tra uomo ed ambiente per un coesistenza in armonia. L’acqua è risorsa condivisa che non conosce confini culturali o politici e per sua natura portatrice di conflitti di interesse che possono appianarsi solo nel tener conto dei bisogni di tutti. Gli interventi devono essere commensurati alla diretta partecipazione dei soggetti che intercedono in maniera positiva per la gestione corretta di politiche che vanno verso una aperta e franca volontà di cooperazione.
L’esempio può essere quello di Valencia in Spagna. Là, dove i romani hanno lasciato un numero cospicuo di canali di irrigazione, le comunità locali si sono attivate con statuti per la gestione delle risorse idriche, spingendosi a creare un vero e proprio "tribunale" per le dispute sull’acqua, con gli otto amministratori locali che ne fanno parte che si rinnovano nel propio colleggio ogni due anni. Questa prassi, in voga da duemila anni, è riconosciuta dall’UNESCO come un esempio eccezionale di eredità culturale. Pensiamo ora ad un Garante dell’acqua pubblica anche in Italia con un propio tribunale e con i propi giudici amministrativi che dibattono, analizzano, informano e che sanzionano eventuali reati e scorrettezze, dalla gestione all'inquinamento. Questo esempio che viene da lontano se supportato da adeguati mezzi legislativi, darebbe non solo frutti positivi per il migliore sfruttamento idrico ma alleggerirebbe la nostra già precaria infrastruttura legislativa e giudiziara dando una corsia preferenziale e che faciliterebbe la buona gestione in tempi record di un bene comune e inalienabile. La nostra è soltanto una proposta, speriamo si apra un dibattito che la perfezioni o la muti in qualcosa di rapidamente concreto.
Il professore Petrella tra i fondatori del “Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua” nell’intervista di Giuliano Rosciarelli che ha rilasciato al nostro webmagazine descrive la sua esperienza con la Puglia e traccia una soluzione che ci vede d'accordo: se da un lato ci vuole una nuova impreditorialità pubblica, competenza e trasparenza dobbiamo anche ridurre drasticamente i consumi. Siamo, dunque, ad un bivio e c’è un opportunità che bisogna cogliere.
Maree e la sua redazione hanno deciso di entrare nel dibattito della ri-pubblicizzazione con un semplice quesito attraverso voi, i nostri lettori, attivando per la prima volta la "funzione" sondaggio. Fateci sapere con un Sì o con un NO - rispondendo alla nostra prima "domanda" che troverete sul nostro sito di seguito a questo mio editoriale - se pensate che sia necessaria l'istituzione di un Garante nazionale per l'acqua pubblica.
Carlo Bochicchio - Londra
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