Maldimare nel tunnel del Cern. E' la luna
La Luna crea parecchie “noie” alla sensibilità di protoni e ioni “sparati nel tunnel” del Cern di Ginevra. Tanto da creare piccole oscillazioni all’acceleratore di particelle più grande e più potente finora realizzato. Stiamo parlando del Large Hadron Collider (LHC), costruito all’interno di un tunnel sotterraneo lungo 27 km situato al confine tra la Francia e la Svizzera.
La Luna crea parecchie “noie” alla sensibilità di protoni e ioni pesanti “sparati nel tunnel” del Cern di Ginevra. Tanto da creare piccole oscillazioni all’acceleratore di particelle più grande e più potente finora realizzato. Stiamo parlando del Large Hadron Collider (LHC), costruito all’interno di un tunnel sotterraneo lungo 27 km situato al confine tra la Francia e la Svizzera. E' quanto racconta Pauline Gagnon, fisico dell’Università dell’Indiana. Testimone dell'attrazione “fatale” tra la straordinaria macchina e la Luna. “Tutti noi sappiamo che la Luna crea le maree - spiega Gagnon su Quantum Diaries - attira verso di sè gli oceani girando intorno alla Terra. Anche la crosta terrestre subisce la stessa attrazione, ma mentre l’acqua si muove in modo evidente attraverso le maree, nessuno si prende cura delle oscillazioni della Terra. Tranne gli operatori dell’LHC. Lo fanno perché queste oscillazioni seppur infinitesimali possono mettere in discussione la precisione dell’acceleratore.” E dunque la messa in discussione degli stessi esperimenti in corso. In pratica quando la crosta del terrestre viene attirata verso la Luna, porta con se anche l’LHC e, con gli spostamenti dell’acceleratore, il viaggio dei fasci di protoni devia seppur di poco su un percorso sbagliato. Per questo motivo, i fisici che lavorano al Cern sono costretti a regolare periodicamente l'acceleratore di particelle, come conferma LiveScience. “E’ stata una sorpresa per me essere testimone dell’aspetto dinamico di tutto questo - scrive Gagnon - Quando la luna saliva nel cielo provoca con la forza della sua attrazione spostamenti infinitesimali della crosta, ma abbastanza grandi da richiedere una correzione dell’orbita periodica dei fasci di protoni nell’acceleratore per adattarsi a un tunnel deformato”.
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