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Water Fuel: tutta l'acqua nei motori
Dopo anni di annunci, rinunce lanci e fallimenti i "water engines" tornano in voga sia presso i grandi marchi automobilistici che le piccole imprese e le singole invenzioni. Progetti e materie prime
C’è una “vecchia” tecnologia che potrebbe dare ossigeno ai nostri polmoni ed a quelli dell’industria dell’auto, un motore che invece di alimentarsi a benzina, si avvale dell’acqua come combustibile. Il condizionale qui mi pare un obligo, dal momento che ne abbiamo sentite di "diversi colori" e provenienze nell’arco degli ultimi 20 anni. Si è fatto un gran parlare riguardo ad una messa in produzione di un motore alternativo che non dipendesse dai soliti carburanti a base fossile. Di pari passo la tecnologia ed altri studi ci hanno avvicinato alle biomasse, all’etanolo ed altri carburanti di natura vegetale che superato l’entusiasmo iniziale hanno evidenziato aspetti economici negativi come l’aumento delle materie prime da cui dipendono. Di fatto, tranne qualche esperimento industriale con solidi investimenti, a tutt’oggi questi progetti non si sono tramutati in solide realtà ai nostri distributori di carburante.
Comunque un esercito di entusiasti ingegneri e scienziati mi hanno promesso dei miracoli e voglio avere almeno un idea sullo stato di queste idee e la loro messa in opera. Alcune di queste meraviglia annunciate non sono mai apparse, era il 2008 quando il Corriere della sera parlava in termini entusiastici del motore della Genepax che con un litro di acqua faceva un ora di marcia a circa 80 KM all’ora. Una prestazione non da smanettoni ma considerevole per un prototipo e lanciato sull’onda della speranza di vedere significativi risparmi anche per le nostre tasche. L’acqua sarebbe stata scomposta attraverso una scissione chimica e destinata a produrre energia senza bisogno di ricariche come per le auto elettriche. Inoltre la Genepax ci assicurava che il motore avrebbe garantito ottime performance con ogni tipo di acqua, addirittura anche con l’acqua piovana. Musica per le mie orecchie, pensate il carburante che piove dal cielo. Da non crederci! Minerale o naturale? Sarebbe stato questo il mio pensiero mentre mi accingevo ad acquistare un pacco da 6 bottiglie d’acqua al locale supermarket e naturalmente a chilometro zero... Ma non succederà mi sento derubato di un sogno.
A fronte di forti investimenti che ci sono stati verso motori alternativi, l’idrogeno sembra l’unico che possa garantirci un futuro. Il motore che si avvale di cellule sembra garantire una stabilità su cui tornero più in avanti. Internet, la termodinica ed alcuni progettisti individuali sembrano aver forzato la mano almeno in parte all’industria automobilistica. Da motori concepiti integralmente sulla carta come nuovi e sperimentali si è arrivati a dispositivi in kit di montaggio HHO. Quest’acronimo significa appunto la sintesi chimica di come si è arrivati a sfruttare idrogeno (H) ed ossigeno (O), il primo con due atomi il secondo con uno solo. Da qui HHO, i due si combinano in un processo elettrolitico e affiancati a tecnologie di tipo convenzionale come diesel e benzina consentono un risparmio energetico ed un efficenza di ritorno sulla base del motore a scoppio tradizionale al quale si affianca. Davide Pascucci un esperto di produzione di energie alternative, un ingegnere con un suo blog dedicato alla sostenibilità mi spiega in maniera eloquente come “il sistema che si applica sui motori a scoppio, è appunto il sistema a celle HHO. Queste celle hanno la possibilità di ridurre i consumi fino al 60% con soli 2-3 litri di acqua. Ma esattamente come funziona? All'interno di un serbatoio con delle celle avviene una scissione dell’acqua tra idrogeno e ossigeno con un consumo elettrico pari a quello di un normale stereo. Questa miscela viene poi iniettata all'interno del motore senza che venga modificato il sistema di carburazione. In sostanza questa miscela fa risparmiare sui consumi e fa inquinare molto meno.
Un passo avanti? Sicuramente si, dato che è possibile adattare le celle HHO a normalissimi motori a combustione a diesel e a benzina. Ma il sacro gral del motore alimentato ad acqua è ottenibile o devo rivedere i miei piani nel lungo periodo? Certo in termodinamica la scienza che appunto si occupa di energia termica appunto i pareri sembrano discordi. Un motore solo ad acqua propio no, ma con scissione di atomi di idrogeno forse forse si può fare. Oltre oceano negli USA le proposte di commercializzazione di questi ibridi sembrano moltiplicarsi ed anche da noi in Italia sembra muoversi qualcosa. Comincio a sentire sempre di più parlare dell’ingegnere Lorenzo Errico, di brevetti snobbati, di opinioni contrastanti e di Hydromoving. Vale la pena saperne di più e conoscere quest’ingegnere per cui vi invito a guardare il video che lo riguarda e che trovo interessante. Le domande ed i quesiti restano ma lo considero un inizio.
Tornando invece alla termodinamica sembrerebbe che l’energia richiesta per la separazione di ossigeno ed idrogeno per poi ricombinarli per rilasciare energia sia difficile da ottenere; una scissione di per se necessita energia che poi dovrebbe essere utilzzata per la combustione del motore o direttamente azionare una trasmissione meccanica. La strada per un motore alimentato unicamente ad acqua è ancora lontana, ma va comunque detto che non passa giorno che non si trovi un nuovo kit HHO adatto ai diversi tipi di macchine e con diverse prestazioni. Il mercato americano sembra tirare, l’amministrazione americana e le nuove green ploicies ma sopratuttuo le spaventose cifre dei consumi dei carburanti convenzionali e il loro oscillare nei prezzi. E ce ne è per tutte le tasche, HHO-Power.net e advancedhho.com per citarne due resta il fatto che un passo avanti si sia fatto nel mettere in discussione il motore a scoppio approviggionato da idrocarburi.
Una visione inquininante in un futuro a breve termine. La commercializzazione di apparati HHO anche in Italia sembra aver trovato terreno fertile soprattutto in tempo di crisi. Aziende come la HHO-Italia vende kit per auto anche a partire da 327 euro, montaggio escluso per motori di vecchia generazione e tra i 600 ed i 1400cc sia benzina che diesel. Ed è qui in questa giungla di informazioni che reitero l’aspetto innovativo e di risparmio sul carburante che di questi tempi non sembra una cosa da poco. Tuttavia i problemi restano, la direzione è quella giusta, quella che muove la ricerca ed i finanziamenti ad esso legati con prodotti innovativi e verso un minore inquinamento. Un efficenza che migliorerà al passo con la tecnologia e che sia in linea con la presa di coscienza degli acquirenti di queste auto ed il desiderio di mobilitò che deve conciliarsi con il rispetto per l’ambiente.
Carlo Bochicchio - Londra
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