Data: 24/08/2012
 

Schiavi invisibili nelle fabbriche galleggianti

La categoria dei lavoratori marittimi, ridotta ad area di invisibilità contestualmente alla crescita del loro ruolo nello shipping, è ancora oggi trascurata dalle scienze sociali, quasi un arcipelago sommerso

Schiavi invisibili nelle fabbriche galleggianti

Si parla anche di pirateria nel libro "Fabbriche galleggianti. Solitudine e sfruttamento dei nuovi marinai" del sociologo Devi Sacchetto sui lavoratori del mare che a bordo dei cargo, spesso percependo bassi salari e vivendo in condizioni precarie, movimentano su scala globale merci e quant’altro. La ricerca è tuttavia da intendersi come parziale, scriviamo parziale perché dipende sempre da chi si incontra e dove - nel caso specifico marittimi del Mar Adriatico, Mar Nero e Mediterraneo Orientale - ma abbastanza per farsi un’idea sulle trasformazioni del lavoro marittimo. Per il resto, c’è la cronaca a ricordare i tanti cargo abbandonati alla fonda nei porti con armatori in fuga piegati dalla crisi finanziaria, che si è tradotta in crisi dei commerci, o perché poco inclini a rispettare leggi e norme. In mezzo ci sono loro, i marittimi. C’è chi accetta per necessità. C’è chi spera nel cambiamento. Intanto, la gente s’imbarca. 
La categoria dei lavoratori marittimi, ridotta ad area di invisibilità contestualmente alla crescita del loro ruolo nello shipping, è ancora oggi trascurata dalle scienze sociali, quasi un arcipelago sommerso. Quando, nel 2001, il rapporto Ships, Slaves and Competition della International Commission on Shipping affermò che sul 12% delle navi mercantili della flotta mondiale vigevano condizioni simili alla schiavitù, le organizzazioni armatoriali internazionali reagirono aspramente. Gli stessi ricercatori hanno lamentato l’assenza di una definizione degli aspetti costrittivi e paraschiavistici del lavoro marittimo, ciò che rende difficile l’individuazione dei processi sottesi all’insorgere di tali condizioni e l’elaborazione di stime quantitative del fenomeno. Ciononostante, qualcosa si muove. Le ricerche del Seafarers International Research Centre di Cardiff e quelle dello International Institute of Social History di Amsterdam con la definizione delle categorie di lavoratore marittimo nazionale, internazionale, multinazionale, globale, regionale, consentono oggi di costruire una prima cornice teorica per lo studio comparativo delle dinamiche diacroniche di medio e lungo periodo dell’occupazione nel settore marittimo, nonché per la definizione delle dimensioni sociodemografiche del lavoro marittimo come possibile forma di lavoro coatto.
In Italia il sociologo Valter Zanin ha ad esempio condotto una ricerca sui forzati del mare attraverso l’analisi su scala nazionale e internazionale del lavoro marittimo fra XX e XXI secolo, nonché lo studio della specificità del lavoro coatto cui oggi sono soggetti molti uomini e donne della marina mercantile. Così come non vanno taciuti i lavori di Heide Gerstenberger sui marittimi delle navi del Mar Baltico e del Mare del Nord. La ricerca di Sacchetto nasce invece dagli incontri dell’Autore con equipaggi, sindacalisti, dockers e agenti marittimi fra il porto di Venezia e quei porti, Costanza, Burgas, Varna, Istanbul, aventi con Venezia maggiori relazioni di traffico. Il libro, corredato di tabelle, appendici, bibliografia, definizione dei principali tipi di navi commerciali, è in sei capitoli. C’è quello sulla solitudine maschile di chi sceglie di imbarcarsi, quindi quello su condizioni di vita e lavoro a bordo nave, rapporti fra equipaggi e comandanti, comandanti e armatori, commercio mondiale e regolamentazioni marittime, rischi, come quello della pirateria, cui sono soggetti coloro che oggi vanno per mare. La trattazione torna a restringersi là dove si parla dei marinai sub-standard, marinai e portuali dell’Adriatico, Mar Nero e Mediterraneo Orientale. La pubblicazione, in definitiva, è interessante nella misura in cui vengono analizzati i caratteri specifici del lavoro del settore marittimo mercantile contemporaneo con accento su mobilità dei lavoratori, struttura del salario, casi di inserimento in liste nere che precludono l’impiego futuro, abbandoni e confino a bordo delle navi nei porti internazionali.  

 

Titolo: Fabbriche galleggianti. Solitudine e sfruttamento dei nuovi marinai

Autore:  Devi Sacchetto

Editore: Jaca Book

Pagine:  292 pagg

Anno: 2009 

Prezzo: 25 euro

 

Stefania Elena Carnemolla - Milano

Inserisci il tuo commento

* Nome
* Email
(non verrà pubblicata)
* Commento
* Codice di sicurezza

Digita qui il codice di sicurezza
 
  • Editoriale

    Maree, i racconti dell'acqua

    Maree, i racconti dell'acqua

    03/08/2012

    Benvenuti a “Maree, i racconti dell’acqua”. Premetto subito che i miei interventi da editore si manterranno ad un minimo, altre collaborazioni ed impegni me lo richiedono ma sarò sempre sul ponte della nave di Maree ... Continua

  • MareNero

    MareNero - Numero 0

    MareNero - Numero 0

    26/06/2014

    Macabro, estremo, neo-noir, insolito, lugubre, inquietante, atroce; inediti, esordienti e autori affermati nella rivista che tanto ci mancava. Contaminazione di generi e visioni alterate nel supplemento gratuito di MareeOnline.com... Continua

  • WaterBooks

    Acqua in zona Cesarini

    Acqua in zona Cesarini

    03/08/2012

    Con l'espressione “al di là dell’acqua”, nei primi del ‘900,  le persone in procinto di emigrare, solevano indicare quella terra lontana e misteriosa che era l’Argentina. Ed è oggi il titolo di un'opera teatrale che ripercorre la storia di Renato Cesarini... Continua

Sostieni Mareeonline.com



Perchè sostenerci?

Iscriviti alla newsletter di Maree

  • E-Mail:

            



© Copyright 2012-2024 "Maree, i racconti dell'acqua"
Tutti i diritti riservati. Tutti gli articoli possono essere riprodotti con l’unica condizione di mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da www.mareeonline.com Termini e condizioni

Progettazione: IT Resources
Webmaster: Italy Media Design