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De Grazia, omicidio all'ombra delle navi dei veleni
Dopo oltre diciassette anni è stato quindi finalmente accertato che qualcuno uccise Natale De Grazia per bloccare le sue ricerche sui traffici illeciti compiuti via mare. Lo afferma la relazione approvata della Commissione parlamentare
La conferma alle indiscrezioni circolate con insistenza a fine dicembre è arrivata solo nel pomeriggio di oggi, 5 febbraio 2013: il Capitano di corvetta Natale De Grazia, l'uomo che indagava sul mistero delle navi dei veleni, è morto per «causa tossica». Lo afferma la relazione approvata della Commissione parlamentare sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti, dopo le quattro perizie scientifiche svolte sul cadavere di De Grazia. L'investigatore, punta di diamante del pool coordinato dal procuratore di Reggio Calabria Francesco Neri, morì improvvisamente il 13 dicembre 1995 all'età di 39 anni mentre stava recandosi a La Spezia per controllare i dati di circa 180 navi affondate in circostanze sospette.
«Nonostante non ci siano prove giudiziarie che la morte del capitano non sia avvenuta per cause naturali», ha detto Alessandro Bratti, deputato del Pd e membro della commissione di inchiesta, «gli approfondimenti che abbiamo fatto hanno confermato il sospetto di una morte non naturale».
Dopo oltre diciassette anni è stato quindi finalmente accertato che qualcuno uccise Natale De Grazia per bloccare le sue ricerche sui traffici illeciti compiuti via mare. Un risultato tardivo ma che in molti sperano possa rappresentare l'inizio di un'indagine approfondita che punti ad individuare i mandanti dell'avvelenamento.
«E’ doveroso, ora, riaprire le indagini con l’ipotesi di omicidio», ha affermato il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. Per Nuccio Barillà, della segreteria nazionale di Legambiente, «con questa relazione acquista un nuovo peso il clima di pressione e di ostilità che ha accompagnato l’azione di De Grazia e del pool investigativo di cui faceva parte, messo evidentemente in atto per impedire che si giungesse a una scomoda e imminente verità nelle indagini sulle navi dei veleni e sull’intrigo radioattivo dei tombamenti a terra». Nelle conclusioni della Relazione emergono infatti anche altri aspetti inquietanti della vicenda, come lo smembramento del pool investigativo immediatamente dopo la morte di De Grazia, nonché l'anomalo viavai di uomini dei servizi segreti nelle stanze della Procura di Reggio Calabria.
Intanto domani, mercoledì 6 febbraio, l’onorevole Bratti, che ha curato, in qualità di relatore il lavoro della Commissione, parteciperà ad incontro organizzato proprio da Legambiente a Reggio Calabria per discutere «i risultati raggiunti e i prossimi passi da compiere.in questa battaglia di giustizia».
Massimiliano Ferraro - Torino
- Link:
- L'avvelenamento del capitano De Grazia
- Rigel, venticinque anni di veleni in fondo al mare
- L'eredità tossica della Zanoobia
- Commissione di inchiesta parlamentare: relazione sulla morte di De Grazia - Alessandro Bratti (Pd)
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