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Il ritrovamento della corazzata francese Danton
Propedeutica all’individuzione del tracciato per la posa di un gasdotto sottomarino è la Detailed Marine Survey per la conoscenza della morfologia e della litologia del fondale con indagini condotte da mezzi di superficie e sottomarini e, per il rilievo di aree a morfologia irregolare, da minisommergibili. I dati raccolti in fase di survey vengono elaborati e memorizzati su appositi supporti presenti a bordo dei mezzi impiegati mentre la loro interpretazione può avvalersi di riprese visive del fondo marino.
Per le operazioni di survey per il tracciato del Galsi, il gasdotto Algeria, Sardegna, Italia, la Geo Prospector, nave idrografica della Fugro - società olandese specializzata nel rilevamento dei fondali marini, nonché della superficie terrestre e dei sottofondi sabbiosi e rocciosi - si è avvalsa di Echosurveyor I, un Auv dotato di ecoscandaglio multifascio ad alta risoluzione, sonar a scansione laterale e radar sottomarino. Durante la sua missione al largo della costa meridionale della Sardegna nel dicembre del 2007 l’Auv ha individuato un relitto in fondale perturbato nel punto inizialmente scelto per il posizionamento del gasdotto. L’interpretazione dei dati raccolti dal sonar e dall’ecoscandaglio quindi suggeriva la presenza di una nave militare circondata dai suoi rottami. Il relitto veniva nuovamente rilevato il 18 gennaio del 2008 dalla Skandi Inspector, altra nave della flotta Fugro, durante la raccolta dati a mezzo Rov venti miglia al largo della Sardegna meridionale sul posizionamento del cavo in fibra ottica Artemis.
Il relitto localizzato tramite sonar di scansione veniva quindi filmato dalle videocamere del Rov e identificato con la corazzata francese Danton silurata il 19 marzo del 1917 da un sottomarino della Marina Imperiale 28 miglia a sud ovest di San Pietro mentre navigava verso sud alla velocità di 14,5 nodi (la nave era partita il giorno prima diretta a Corfù scortata dal cacciatorpediniere Massue). Notizie sul ritrovamento, posizionamento e disposizione della nave e dei suoi resti, venivano quindi trasmesse ai servizi idrografici d’Italia, Francia e Gran Bretagna mentre il gasdotto veniva reinstradato posiziandone il passaggio lontano dal relitto e dall’area dei rottami.
Stefania Elena Carnemolla - MIlano
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