Data: 19/10/2012
 

Sushi? The global catch

Quel purè di ravanello giapponese che ti brucia stomaco e lingua, tra una porzione e l'altra di pesce e riso incartati nelle alghe, ha un suo perché. E non è folklore culinario. Il wasabi viene utilizzato in quanto antibatterico utile soprattutto contro l’ E. Coli che può annidarsi nel pesce crudo. Vogliamo parlare del tonno rosso? In 60 anni, e non solo nel Mediterraneo ma in tutto il mondo, ci siamo giocati il 90 per cento dei grandi pesci. Finiti in tavola. Ogni volta che ordiniamo prelibatezze come il sushi e il sashimi, contribuiamo -  nel nostro piccolo - al vertiginoso aumento della pesca del Thunnus thynnus il tonno rosso mediterraneo tanto che l’ICCAT  (Commissione internazionale per la conservazione dei tonni dell’Atlantico) dopo decenni di sfruttamento della specie ha chiesto ai singoli stati interessati di fissarne quote di pesca passando da 32.000 tonnellate nel 2007 a 12.900 quest’anno, oltre al divieto, importantissimo, di cattura di esemplari al disotto di 30 kg. Che dire dei sette anni necessari per diventare un "Sushi-Chef"? Siete curiosi? Dopo questo docu-film guarderete quell'involtino di alghe e pesce crudo con occhi diversi. Non ho dubbi.
Sushi -The Global Catch è uno straordinario documentario su un fenomeno ormai globale con i suoi pro e contro. Il messaggio del film di Hall è chiaro: non è necessario smettere di mangiare Sushi, ma bisogna iniziare a farlo in modo responsabile. Questa scelta tocca al produttore come al consumatore. In primo piano, dunque, è il concetto di sostenibilità: consumare, pensando anche alle generazioni future. Ebbene, anche il mangiare Sushi in modo responsabile può aiutare l’ambiente, fatevene una ragione. Ci sono libri, siti e addirittura “apps” che possono aiutarci ad una scelta consapevole. “Alla fine” come afferma Hall “la decisione è nostra.”
Attraverso i racconti di alcuni tra i più grandi chef, pescatori o imprenditori giapponesi si viene a contatto con tutto ciò che è il mondo del Sushi, dalla passione per la preparazione della pietanza, al rispetto verso il pesce pescato, fino all’entusiasmo di chi lavora nel più grande mercato giapponese del pesce, il Tsukiji di Tokio, le cui radici risalgono al XVI secolo. 
Un tempo noto esclusivamente in Giappone, negli ultimi trent’anni il sushi ha conosciuto un’espansione globale dando vita ad un intero apparato industriale. Nella fretta di soddisfare una clientela così famelica, questa costosa prelibatezza è diventata un piatto ordinario e accessibile a tutti ed è apparsa nei ristoranti, nei supermercati e persino nelle catene di fast food.
I sette anni di apprendistato previsti in Giappone dalla tradizione sono quindi stati rimpiazzati da corsi accelerati e soluzioni “di massa” per ogni parte del mondo. Tutto questo ha determinato una drastica riduzione della popolazione di superpredatori negli oceani, incluso il tonno a pinne blu, al punto tale da rischiare di stravolgerne l’equilibrio ambientale, con conseguenze disastrose per tutte le specie marine.
Girato in cinque diverse nazioni, Sushi: the Global Catch esplora la tradizione, lo sviluppo e il futuro di questo cibo così in voga. Bellissimi bocconcini di pesce crudo e riso fanno ora la loro comparsa da Varsavia a New York fino alle partite di football nelle città del Texas. Ma questa espansione può continuare senza conseguenze?
Un mercato del Sushi crescente significa ovviamente un bisogno maggiore di pesce: a farne le spese è una delle specie più pregiate e ricercate ovvero il tonno, in particolare la varietà chiamata Tunnus thynnus bluefin (il tonno rosso) che può pesare fino a 650 kg e viene venduta per di più di 100.000 dollari al pesce. La seconda parte del film è infatti dedicata al problema legato al consumo di massa di questo pesce e alle ripercussioni che ciò sta avendo sull’ecosistema marino. I pareri raccolti sono i più diversi e tutti provenienti da esperti: non solo da biologi marini, ma anche da chi si occupa del mercato del pesce, dai pescatori, da chi come l’attivista C. Trenor si oppone alla cattura dei tonni e offre soluzioni per un Sushi “sostenibile” oppure ancora da chi investe milioni nella ricerca di soluzioni alternative al pescaggio in mare: Hagen Stehr, ad esempio, è uno degli uomini più ricchi d’Austrialia e il primo ad aver inventato un modo per allevare i tonni in cattività, cercando di mantenerne le caratteristiche qualitative adatte al Sushi.
Mark S. Hall cineasta indipendente, vive a Austin, Texas. Sushi: The global Catch è il suo primo lungometraggio, progettato nel corso di un viaggio a Varsavia in cui è rimasto sbalordito dalla grande popolarità del sushi nell’Europa dell’Est. Secondo Hall la cucina è l’emblema della rapida globalizzazione dell’economia. In qualità di fondatore, nel 1998, del portale educativo più grande al mondo, Hall ha contribuito ai primi movimenti della Rete. La sua esperienza nei media e la sua formazione economico-giuridica sono stati di grande aiuto per la realizzazione di Sushi. Il suo precedente documentario Mission on Seven ha vinto un Platinum Award al Festival Internazionale del cinema di Houston nel 2010. E naturalmente Hall ha frequentato la scuola di specializzazione in Giappone ed è un amante del sushi.

Beatrice Dell'Acqua - Roma

 

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